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Zagor – Il Sakem senza piume, presentato da Sergio Bonelli

Dall’introduzione al volume, scritta da Sergio Bonelli poco prima della scomparsa.

Il volume che avete fra le mani giunge a coronare, come una ciliegina sulla torta di compleanno, i festeggiamenti del cinquantennale di Zagor. Si tratta di un anniversario davvero importante che, però, mi piace considerare non un traguardo ma una tappa: infatti, il lungo viaggio dello Spirito con la Scure continua sulle ali di un rinnovato (e mai venuto meno) entusiasmo. Per l’occasione sono stati pubblicati numerosi articoli su riviste e quotidiani e addirittura si sono scritti dei libri. In via Buonarroti a Milano, qui dove ogni mese confezioniamo le nuove avventure dell’eroe di Darkwood, abbiamo celebrato l’evento con un numero a colori e un albo gigante da tutti ribattezzato “Zagorone”. Vere e proprie feste con tanto di torte e di musica sono state organizzate in tutta Italia e anche all’estero, dato che i nostri autori hanno viaggiato fino in Turchia, in Croazia e in Serbia, rispondendo all’invito degli zagoriani di quei Paesi.

La storia dello Spirito con la Scure che l’ANAFI propone per la prima volta al pubblico italiano a quasi cinquant’anni dalla sua prima uscita è, per l’appunto, una testimonianza del successo all’estero del personaggio creato da me e da Gallieno Ferri nel 1961. Si tratta, infatti, di una avventura realizzata Oltralpe un paio di anni dopo “La foresta degli agguati”, la prima storia di Zagor. La Francia fu, giustappunto, il primo dei Paesi stranieri in cui Zagor venne esportato. A pubblicarlo, fin dal gennaio del 1962, provvide la Casa editrice Lug, di Lione, che stampava anche altro materiale bonelliano, dati i buoni rapporti che intercorrevano fra il sottoscritto e l’editore Marcel Navarro. Il Re di Darkwood aveva un così grande successo, che il mercato francese assorbiva più storie di quante noi riuscivamo a produrre. Mi fu chiesto, perciò, di consentire che venissero realizzate avventure “extra” da pubblicare oltre frontiera.

In tutto ne uscirono tre: due di queste, che avevano testi scritti dal mio alter ego Guido Nolitta e che erano state disegnate da collaboratori abituali della Lug, quali Enzo Chiomenti e Mario Cubbino, vennero in seguito pubblicate anche in Italia nei primi numeri della collana Zenith. La terza, invece, che non fu scritta da me, uscì in Francia nel 1963 sul n° 15 di una testata chiamata “Special Kiwi”: era intitolata “Le sachem sans plumes”, ed è rimasta inedita in Italia fino ad adesso.

Il motivo? Probabilmente perché ho sempre considerato questo episodio una sorta di prodotto “apocrifo”, essendo stato realizzato fuori dal mio controllo e risultando, forse proprio per questo, piuttosto distante dagli standard con cui ho sempre cercato di caratterizzare, e dunque far riconoscere, i nostri fumetti.

A distanza di tanto tempo, però, in un momento in cui Zagor è sotto i riflettori per i suoi dieci lustri di attività e c’è grande interesse nei suoi confronti, anche quella storia merita di essere recuperata e dunque, come si suol dire, “storicizzata”, sia a testimonianza di un periodo lontano sia di un successo che continua. Che “Le sachem sans plumes” fosse diventata, con gli anni, una sorta di araba fenice nella cerchia degli appassionati (tutti dicevano che esisteva ma pochissimi potevano vantare di averla vista) me ne sono accorto quando uno dei più assidui frequentatori degli incontri fra autori e lettori, Marco Andrea Corbetta, mi ha proposto una sua traduzione dei testi, chiedendomi di autorizzare una pubblicazione amatoriale da distribuire tra i frequentatori di uno dei forum dedicati allo Spirito con la Scure presenti su Internet. Lì per lì, ho nicchiato, domandandomi se davvero quella vecchia storia potesse avere una qualche attrattiva presso il pubblico zagoriano. Poi, quando anche gli amici dell’ANAFI mi hanno fatto la stessa proposta, dicendosi pronti a dare alle stampe un vero e proprio libro in cui il racconto francese fosse accompagnato da un ricco corredo di contributi critici di illustri saggisti, ho capito che non potevo più tenerlo chiuso nel cassetto. Ovviamente, Corbetta figura tra i collaboratori del volume, grazie al suo contributo come traduttore, ed è stato il primo a venire informato dell’iniziativa: anche lui si è detto ben lieto di vedere avverato quello che era da tempo un suo desiderio, condiviso da molti, e di poter avere fra le mani una pubblicazione di pregio com’è nella tradizione dell’Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione. Vi lascio alla lettura sia della storia a fumetti che degli articoli destinati a commentarla e a inquadrarla nel contesto in cui venne realizzata. Ma anche a quelli scritti per celebrare i cinquant’anni di un eroe la cui vitalità sorprende perfino me, che l’ho ideato.