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L’isola Tabù

Sono pienamente d’accordo con Fulvia Caprioli: anche per me L’isola Tabù è una delle migliori storie create dal padre, il “poeta del mare”. Io ho avuto la fortuna, per motivi puramente anagrafici, di poter leggere “L’isola Tabù” già quando apparve su Giramondo nel 1945 (oltre settant’anni fa!). Veramente mi ero perso le prime due puntate, e mi ero dovuto accontentare del riassunto apparso in cima alla tavola tre (solo tanti anni dopo, nella ristampa in bianco e nero fatta da Camillo Conti, avrei potuto leggerne l’inizio). Ma vedere quelle bellissime tavole nei suoi colori originali è tutta un’altra cosa. Quando Fulvia mi fece conoscere la sua intenzione di inserire “L’isola Tabù” nella Sezione Caprioli del sito dell’Anafi, potrei dire d’aver fatto un salto di gioia.
Purtroppo neanche lei aveva i giornali con la storia completa, ma fortunatamente con le mie e le sue potemmo mettere insieme tutte le 24 magnifiche tavole. A questo punto è d’obbligo un chiarimento. Su “Giramondo” le ultime tre tavole (originariamente su quattro strisce, come tutte le altre), furono smembrate per ottenerne quattro di tre strisce, così che in totale la storia diventò di 25 tavole (come anche nell’edizione Conti).
Prima preoccupazione fu pertanto il rimontaggio delle ultime tavole nella loro stesura originale. Altro grosso problema fu causato dal fatto che due tavole su “Giramondo”, precisamente la 22a e 24a puntata, avevano i colori fortemente fuori registro. In particolare, la 22a aveva alcune vignette che, essendo dense di particolari, ammassamenti di figure e personaggi, risultavano poco leggibili in quanto coperte da colori sovrapposti. Con un paziente lavoro di restauro, intervenendo artigianalmente su Photoshop con “pennelli” e “contagocce” (per adattare la tonalità dei colori) è stato possibile ripristinare almeno le ultime due tavole il più vicine possibile alla loro originale bellezza. Più problematico il caso della tavola 22, per la presenza di scene di massa con un tale groviglio di colori nel quale era difficile districarsi.
Chiediamo pertanto scusa se in questo caso, anche per motivi di tempo, non possiamo presentare un lavoro perfetto. Per il resto pensiamo che i fans di Franco Caprioli saranno ben felici di poter godere, forse per la prima volta, di una versione de “L’isola Tabù” corrispondente a come originariamente disegnata.

Antonio Cadoni