Biografia di Carlo Bisi
Carlino Giulio Cesare Bisi nasce a Brescello il 18 dicembre 1890 da Cesare Bisi, direttore didattico, e Rita Brindani. Dal 1905 al 1910 frequenta il Reale Istituto di Belle Arti di Parma dove, nei corsi di Anatomia pittorica e di Storia dell’arte, ottiene premi speciali. Nel 1910 consegue il diploma di abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole tecniche. Fra il 1911 e il 1917 fa parte di varie commissioni incaricate di seguire e realizzare progetti urbanistici e decorativi per il Comune di Brescello. Nel 1914 è documentata la sua presenza a Milano in qualità di “pittore scenografo” nello studio dello scenografo Achille Broggi e si trasferisce definitivamente a Milano. Dal 1915 al 1918 collabora al torinese “Numero”. Nel 1916 entra nella Milizia territoriale col grado di ufficiale e fra il 1918 e 1919 è comandato al 68° battaglione, alla redazione del “Giornale del soldato”. La carriera giornalistica di Bisi era iniziata su alcuni periodici umoristici di Parma nel 1911 (“La Puntura” e il “Riccio di Parma”). Nel dicembre del 1919 risulta iscritto all’Associazione Lombarda dei Giornalisti come pubblicista. Nel 1916 inizia a lavorare come illustratore al “Corriere dei Piccoli” con alcune vignette per “La palestra dei lettori”, nel 1917 illustra dei racconti e nel 1918 firma la sua prima copertina, che precede di circa un decennio le vignette con il personaggio di Sor Pampurio, apparso il 28 aprile 1929 e presente, sebbene non continuativamente, fino agli anni Sessanta. Innumerevoli sono gli altri personaggi creati da Bisi per il “Corriere dei Piccoli”, tra cui: nel 1927 il Dottor Piramidone, alla fine degli anni Trenta e nei Quaranta Gian Tranquillo, La gazza servizievole, le storie dei Folletti; dal 1953 al 1955 la Famiglia Doggidì, nel 1955 Giacomino Guastaggiusta.

Per il “Corriere dei Piccoli”, Bisi illustra anche racconti e rime: nel 1922 Birindendere che la dava a intendere di Mario Buzzichini, nel 1925 Taccolino di Riccardo Balsamo Crivelli, alcune poesie di Trilussa nel 1931, negli anni Cinquanta Capitan Boy e Giovanna e la TV di Mino Milani. Dal secondo decennio del secolo alla Seconda Guerra Mondiale, Bisi opera anche come illustratore di almanacchi, enciclopedie, libri, la maggior parte per bambini e ragazzi, corsi di lettura e sillabari per la scuola e collabora a numerose riviste fra cui “Varietas”, “Barbapedana”, “Le vie d’Italia”, “La Festa”, il “Guerin Meschino”, “La Domenica del Corriere”, “Il romanzo mensile”, “Il romanzo per tutti”, “Il veglione dei giornalisti”. Nel 1926 illustra L’asino di Tessaglia di Luciano per l’Istituto Editoriale Italiano e fra il 1932 e il 1933 i tre volumi di Mario Buzzichini con le storie di Tompusse per la collana ‘Scala d’oro’ della UTET. Un disegno di Bisi è pubblicato sull’“Almanacco Bompiani” del 1935 su invito di Cesare Zavattini. Per la “Scuola Rinnovata Pizzigoni” di Milano ha lavorato alla decorazione delle aule e a vari materiali didattici. Nei primi anni Quaranta ha illustrato opuscoli e giornali destinati alla diffusione nelle scuole per la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano (“Fonteviva”) e per la Cassa di Risparmio di Bologna, allo scopo di pubblicizzare il risparmio fra i bambini. Come pittore e incisore – soprattutto di paesaggi della campagna emiliana e lombarda e vedute di Milano -, Bisi espone in Italia e all’estero: a Londra nel 1916 alla mostra Italian Artist and the War, nel 1924 alla Mostra del ritratto femminile contemporaneo a Monza e alla Permanente di Milano dove presenta il Ritratto di Silvio Spaventa Filippi (1923). Partecipa alle Esposizioni Biennali di Brera dal 1923 al 1927; dal 1928 alle mostre del Sindacato Lombardo e interprovinciale (dove ottiene il “Premio Ricci” nel 1934 per Case popolari, ora nelle collezioni dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, e nel 1939 la sua tela Gubbio è acquisita per le collezioni della Provincia di Milano); nel 1926 e nel 1929 è presente alle mostre del Novecento Italiano alla Permanente di Milano; nel 1931 e nel 1932 alla Promotrice di Torino; nel 1933 alla Mostra Nazionale dei Sindacati a Firenze, dove un suo Paesaggio è acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna della città; nel 1935 e nel 1939 alla Quadriennale di Roma. È invitato alla Biennale di Venezia del 1934 – edizione per la quale disegna anche il manifesto -, 1936 e 1938. Nel corso degli anni Trenta le opere di Bisi figurano anche nelle mostre di arte italiana all’estero (Budapest, Bucarest, Praga, Sofia, Varsavia e all’Esposizione Universale di Parigi). Dal dopoguerra agli anni Settanta prosegue la sua attività di illustratore e di pittore, esponendo prevalentemente in Lombardia e in Emilia; nel 1952 era stato eletto membro effettivo dell’Accademia di Belle Arti di Parma. Muore il 27 febbraio 1982 a Reggio Emilia.