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Fumetto n.126 racconta la storia di Spirou

L’intrigante composizione della copertina di questo Fumetto n.126 rende molto bene l’idea dell’evoluzione del personaggio Spirou, cui è dedicato il Punto del secondo numero annuo della nostra rivista, un vero intramontabile classico della bedé che da noi non ha avuto la fortuna che avrebbe meritato, in virtù della qualità delle storie prodotte dai molti autori che vi hanno contribuito nel corso degli anni. Il vasto articolo di apertura di Giovanni Librando, che ha curato l’intero dossier, ne racconta l’avventurosa e un po’ complicata storia editoriale; a seguire, lo stesso Librando compone una cronologia ragionata e individua i principali autori che hanno messo mano al personaggio dandone una personale interpretazione, nonché gli spin off o serie derivate che ne sono scaturite, per via della caratura dei personaggi secondari via via affacciatisi nella serie principale. Completano il Punto i contributi di Bruno Caporlingua e Mauro Giordani (quest’ultimo sulla presenza di Spirou in Italia). Molto interessanti anche gli articoli che seguono: Michele Ginevra analizza la serie bonelliana Tex Willer sulle avventure del giovane Tex al traguardo dei primi 50 numeri; Marcella Argento esamina l’opera di Takehiko Inoue, uno dei giganti del manga giapponese; Carlo Derudas sviscera le ultime opere di Gipi mentre Cesare Preti scrive di un illustratore poco noto quale Vito Savino; Luigi Baruffaldi lega l’origine di Gim Toro e dei personaggi di Andrea Lavezzolo al romanzo L’idolo cinese, Alberto Becattini intervista Lorenzo Lepori e infine Évariste Blanchet scrive il suo consueto reportage dal Festival di Angoulême.